Davide Macullo Architects - SWISSHOUSE XXXII
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SWISSHOUSE XXXII

Davide Macullo Architects

House  /  Completed
Davide Macullo Architects
SWISSHOUSE XXXII, CASA PLURIFAMILIARE A ROSSA, GRIGIONI, SVIZZERA

Rossa è un luogo della memoria dove della semplicità si è fatta civiltà e il nostro compito sta nel continuare quest'arte di amore per il territorio attraverso gesti umili ma indelebili. Rossa è un villaggio delle Alpi svizzere a 1100 metri di altitudine quasi alla fine di una valle, la Calanca, conosciuta per il suo fascino nel contempo impervio e magico. Terra di emigranti, alcuni dei quali rientrati anche in tempi recenti, affascinati da una vita che riporta l'uomo più vicino alle radici di una natura che qui si esprime prevaricando la volontà degli esseri umani e quindi infonde rispetto. Le sinuosità morbide dell'imbuto della piana di Rossa accolgono l'uomo, lo aiutano a relativizzare la sua presenza fisica nel mondo. Qui si trova la concentrazione verso la sintesi dei valori assoluti della propria utilità terrena, sia intellettuale che manuale.
Costruire in questo contesto significa comprenderne i segni del passato nella loro essenza: la natura imponente, le fatiche e gli stenti di uomini e donne delle montagne, le migrazioni da ma anche verso la valle, la pace di un luogo che catalizza energie difficili da descrivere, la fierezza e la forza dei caratteri infusi dal granito della montagna, il costruire per la sopravvivenza con mezzi e materiali arcaici e quindi eterni.
L'apparente semplicità urbana del luogo di fatto è un intreccio complesso di equilibri stratificati nelle diverse epoche, equilibri di relazioni tra gli uomini e tra le pietre che l'hanno costruito. Quindi è anche un intreccio tra uomini, pietre lavorate e montagna.
Nulla può rappresentare una nuova presenza. Ogni oggetto viene divorato e amalgamato dalla storia e dalla natura del luogo. L'unica possibilità è quella di inserirsi nel dialogo delle preesistenze e cogliere l'occasione per sottolineare la necessità e la responsabilità di rendere omaggio a una civiltà che ancora resiste alla mercificazione del territorio sia fisico che spirituale.

Il progetto si inserisce come un tassello che conclude a nord il nucleo storico del villaggio lungo una mini circonvallazione che lo iscrive nella sua parte compatta. La nuova costruzione si pone spazialmente lungo una linea di volumi di case patrizie che formano un agglomerato attorno alla chiesa del villaggio fino ad un'ultima casa patrizia che segna l'estremità sud del villaggio oltre un ulteriore nucleo di vecchie torbe (costruzione tipica in pietra e legno della valle).
Con il nuovo volume si sottolinea questo asse sia in modo fisico (ripresa del volume "patrizio") che concettuale (affermazione di una volontà).
L'asse dei volumi significativi nel territorio costruito del villaggio viene a trovare un completamento sul versante nord, come estremità dell'asta di un arco teso.

Lo spirito di questo progetto cerca la sua fondazione sull'affermazione dei principi costitutivi di una regione e di un paese che promuove la cura e il disegno del suo destino, dando valore e senso alla sua esistenza oltre la nostra presenza.

La nuova presenza, ad uso abitativo primario, è disegnata sulle dimensioni cubiche della tipologia della casa patrizia di 10 metri di lato e altezza. Gli spigoli sono compressi per ridurne il volume nel rispetto delle costruzioni adiacenti del nucleo. La compressione viene enfatizzata dalla curvatura degli spigoli che ricordano le sinuosità delle cappelle storiche della valle e della morbidezza delle costruzioni storiche realizzate con il lavoro delle braccia.
La compressione del volume lo rende leggero e non assimilabile interamente da un solo punto di vista quasi non si riesca a coglierne la forma completa. La dimensione in piano di ca. quattro metri dei lati della costruzione ricalca in maniera ridotta le misure delle vecchie torbe in legno.
L'inserimento deciso e integrato del corpo di fabbrica contiene e risolve il sottostante sviluppo urbano degli ultimi anni che ha visto un utilizzo del terreno di genere residenziale sparso.

La costruzione di un piano interrato, uno seminterrato e uno interamente fuori terra ricalca la tipologia classica delle costruzioni a tre piani. Si inserisce nelle norme di piano regolatore. I piani abitabili hanno un'altezza di quattro metri per offrire delle aperture quadrate e di dimensione contenuta per ritagliare il paesaggio come delle rappresentazioni dello stesso. Dall'interno non si ha mai la stessa visione dell'esterno. Dallo stesso spazio si vedono contemporaneamente parti di villaggio e cime incontaminate. La riduzione e rarefazione delle aperture consolida l'appartenenza del volume alla storia costruita della valle e sottolinea il carattere plastico dell'intervento.
La parte interrata e' realizzata in calcestruzzo armato mentre il volume esterno e' realizzato con elementi lignei portanti isolati e rivestiti, sia internamente che esternamente, con liste di legno di abete. La copertura e' in legno isolato ed e' terminata con lastre di rheinzink grigio. L'isolamento segue le direttive di legge sul risparmio energetico così come le finestre in alluminio a taglio termico e vetro camera.
La sistemazione esterna ricalca l'andatura naturale del terreno in pendenza e garantisce l'accesso separato alle due unità ed alla cantina.

Credits

 Rossa
 Svizzera
 Confidential
 06/2017
 300 mq
 Davide Macullo
 Michele Albeiro e Aileen Forbes-Munnelly
 Frei Holzbau AG, Kriessen SG / Bianchi SA, Roveredo GR
 Frei Holzbau AG, Kriessen SG / Belletti e Molinaro, Bellinzona TI
 Alexandre Zveiger, Lugano

Curriculum

Davide Macullo nasce a Giornico - CH nel 1965. Studia arte, architettura e interior design in diverse scuole in Svizzera e a Berkley USA. Nel 1990 Inizia la sua carriera nello studio di Mario Botta dove per 20 anni è responsabile di oltre 200 progetti internazionali. Membro del registro svizzero degli architetti REG A, nel 2000 fonda l'atelier Davide Macullo Architects. Le forme del suo lavoro sono atte alla ricerca dell'influenza positiva degli spazi sulla percezione e psicologia dell'individuo, promuovendo il dialogo fra le specificità del progetto, le tradizioni e i luoghi. Il suo motto è "disegnare dal contesto". Attivo internazionalmente, il suo lavoro è stato pubblicato e più volte riconosciuto da premi sia in patria che all'estero. Con l'obiettivo di contribuire al dialogo tra arte, architettura e contesto ha recentemente creato una fondazione per la promozione dell'arte contemporanea e la realizzazione di opere in situ collaborando con artisti internazionali.

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