Gli ultimi trent’anni hanno lasciato sui nostri territori un’ampia eredità fatta di ville con giardino, case unifamiliari e bifamiliari. Da allora le condizioni economiche e sociali sono cambiate rapidamente, insieme alle esigenze e agli standard abitativi. L’intervento dell’architetto Castelletti sulle colline di Erba ha il merito di affrontare il tema del riuso e del recupero del patrimonio edilizio esistente, non quello affascinante e pregiato degli antichi centri storici, ma quello dimenticato e talvolta obsoleto della città diffusa dei paesaggi rurali. La sistemazione di una casa bifamiliare sopra Erba per adattarla ai nuovi requisiti energetici e tecnologici, diventa il pretesto per ripensarne distribuzione, volume, relazione tra spazio interno ed esterno, per concepire un’architettura rinnovata e contemporanea. La residenza era stata ideata originariamente con elementi e materiali legati alla tradizione; volume e prospetto erano il semplice risultato della distribuzione planimetrica, senza particolare attenzione al controllo architettonico complessivo. Duplice l’obiettivo dell’intervento: da una parte ripensare e razionalizzare la distribuzione degli spazi interni delle due unità abitative, dall’altra rinnovarne l’immagine, ormai superata e obsoleta. Da un punto di vista distributivo sono state mantenute le dimensioni originarie delle due unità abitative, quella più piccola a est, quella più grande a ovest, separando e rendendo indipendenti gli ingressi e i garage interrati; al piano terra, le zone giorno, al primo piano le camere da letto. Al primo piano, recuperato dalla demolizione del tetto a falde e dall’elevazione dei muri perimetrali, si trova la piscina, in realtà una stanza “allagata”, coperta da un lucernaio vetrato apribile: è uno spazio inaspettato e nascosto, cuore della casa, condiviso dalle due unità. Da qui si accede al solarium sul tetto piano. Firma del progetto è una pelle leggera di listelli di legno che avvolge il vecchio edificio...
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