Oggi la robotica è onnipresente. È un elemento quotidiano imprescindibile, che permea le nostre abitudini e ci circonda “bombardandoci” con una moltitudine di servizi. Robotica e automazione lasciano presagire immagini di un futuro ricco di meraviglie a oggi sconosciute. Cosa accadrà al nostro pianeta nel 2030, con queste tecnologie super sofisticate? Sono successe molte cose dall’apparizione dei primi prototipi di creature meccaniche, i “suonatori di flauto e tamburino” e la “anatra digeritrice”, rivoluzionari automi di Jacques de Vaucanson, inventore francese del XVIII secolo. Il nostro insaziabile appetito ci porterà a diventare schiavi della tecnologia? Proviamo a immaginare un mondo dove le macchine potrebbero vivere in simbiosi con gli uomini, dove gli uomini potrebbero diventare più inutili dei robot (WALL-E, Andrew Stanton, 2008), dove i “replicanti” potrebbero vivere le emozioni in maniera più intensa degli umani (Blade Runner, Ridley Scott, 1982), oppure dove un uomo potrebbe innamorarsi di un sistema operativo (Lei, Spike Jonze, 2013) e gli androidi decidere di chi occuparsi (2046, Wong Kar-wai, 2004). Con i must-have tecnologici più recenti e i software innovativi, sempre più vicini alla biomimetica, siamo prossimi a estendere i confini umani creando dispositivi “umanizzati” che sorridono, prevedono il gusto dell’uomo, imparano lingue straniere o hanno reazioni e mostrano emozioni. Le macchine sono oggi in grado di avere processi emotivi. Riescono a programmare, grazie alla loro intelligenza artificiale; sono algoritmi efficienti, progettati per adattarsi ed evolversi, riuscendo - in apparenza - a riconoscere i nostri bisogni e desideri. Non vi è dunque alcuna disciplina - architettura compresa - che non si avvalga della robotica in questa sua veste “antropica”. La robotica nelle costruzioni apre a un...
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