CASA ECS a Scicli di Giuseppe Gurrieri
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CASA ECS

Giuseppe Gurrieri

CASA ECS a Scicli di Giuseppe Gurrieri
Scritto da Francesco Pagliari -

Un paesaggio di straordinario fascino è il contesto in cui si situa la villa-studio per artista, nel progetto di Giuseppe Gurrieri: la campagna nella zona di Scicli, un terreno a fasce di terreno lievemente digradanti, livelli che lentamente scendono verso un orizzonte che contiene in sé l’aria e la luce marine. Il terreno, le pietre dei muri a secco che attraversano la campagna, la vegetazione mediterranea. Il progetto si fonda su queste constatazioni introduttive e fondamentali che vengono desunte dal contesto, e rendono chiaro l’obiettivo dell’inserimento della villa nel territorio con una sapiente leggerezza, quasi a voler definire un intervento che si sottopone a leggi evolutive naturali. L’architettura diviene una componente del terreno, diviene un gradiente celato fra i dislivelli, si costruisce nell’intreccio con le presenze vegetali, con i blocchi petrosi, colloquiando con la natura antropizzata in modo paritetico. Un tessuto di connessioni che si costituiscono in un processo evolutivo: l’architettura è parte di un paesaggio, tende ad essere un artefatto leggibile tanto quanto i muri a secco, tanto quanto la formazione del declivio che si distende a fasce verso la discesa sull’orizzonte. Architettura e natura. Architettura di elementi artificiali che si attornia di componenti vegetali, a conservare un ambiente di biodiversità, un fattore complementare evolutivo. Le scelte progettuali si inquadrano in una stretta relazione con l’ambiente e con il paesaggio, che tende a rimarcare la necessità - in quell’ambiente e in quel paesaggio che si assumono come valori fondativi - di diluire e rendere sommessa la presenza dell’architettura, che pur contribuisce a definire, anche in questo caso, un’immagine di paesaggio. Un progetto che introduce anche la durata del tempo, come fattore di modificazione nell’impianto vegetale che si ricostituisce dopo i lavori di cantiere, per scandire tappe di incremento e ripopolazione della vegetazione a differenti tipi, a partire dallo strato vegetale sulla copertura dell’edificio fino all’intero appezzamento di pertinenza. L’architettura viene contenuta in altezza ad un solo piano, addossandosi al gradiente del dislivello del terreno. Forma fra le forme, che si genera come un piano appoggiato, come un volume che tende a scomparire, sciogliendosi - in un certo senso - come un artefatto che si appoggia al suolo, una presenza d’orientamento lineare, attraverso valori compositivi sommessi, ma non per questo meno articolati verso un’identità leggibile dell’edificio, che si costruisce, che esiste, ma diviene un’interpretazione, una presenza sottile come un segmento, pur consistendo di elementi che sono materia, che sono volume virtuale, e mostrano tracciati direzionali per lo sguardo. Linearità programmatica, si potrebbe definire. Una linea costruita che si accomuna all’orizzonte e colloquia con la lontananza, perché l’orizzonte fa parte integrante del progetto, è un termine di riferimento verso il quale tendere e nel quale operare. Linearità semplice della piscina, un rettangolo che si allunga sul fronte della villa, con una stretta superficie di mediazione fra lo specchio d’acqua e il prospetto, protetta dall’aggetto che esce dalla copertura. La facciata si articola in una sequenza di pieni e vuoti, fra rivestimento in pietra (coerente ai blocchi petrosi dei muretti a secco e di contenimento) e aperture vetrate a tutt’altezza che mantengono fisso il presupposto della visuale che si apre verso l’orizzonte, con due ampie superfici vetrate (l’una pressoché al centro del prospetto, l’altra all’estremo ad est) che corrispondono rispettivamente alla zona di soggiorno e all’atelier interno alla villa. La pianta della villa si orienta ad una geometria che si basa sul rigore, quasi austero, degli ambienti che scorrono lungo il fronte. Una scelta progettuale inventiva nella pianta si definisce nella predisposizione di due corti a ridosso del terreno, correlate alla zona atelier e alla zona di soggiorno: comporre spazi collegati, per espandere all’esterno i luoghi fondamentali della villa - spazi che diverranno fruibili con pergole ad incannicciato - ribadire l’importanza delle vedute assiali, verso l’orizzonte, che dalle corti attraversano la villa e si espandono verso all’infinito in modo coerente e tangibile.

 

Francesco Pagliari

 

Luogo: Scicli (RG)
Committente: Privato
Anno di Realizzazione: 2017
Superficie Costruita: 230 m2
Architetti: Studio Giuseppe Gurrieri
Coordinator: Giulia Filetti
Design Team: Alessandro Bontà, Fabrizio Camillieri, Valentina Occhipinti
Impresa di Costruzione: I.ME.CO di Tringali Antonino

Consulenti
Strutture:
Alessandro Infantino, Giancarlo Dimartino
Paesaggio: BB Architettura del Paesaggio

Fornitori
Infissi: Aluk Porte
Interne: Ermetika
Impianti: Rhoss

Fotografie: © Emanuela Minaldi, Filippo Poli, Giancarlo Tinè

 

Studio Giuseppe Gurrieri

Nato a Ragusa nel 1977 Giuseppe Gurrieri si laurea in architettura presso il Politecnico di Milano. Dopo la laurea collabora per alcuni anni con lo studio di Maria Giuseppina Grasso Cannizzo a Vittoria. Nel 2008 apre il proprio studio professionale a Ragusa che oggi opera nell'ambito dell'edilizia sia residenziale privata sia pubblica: dalla nuova edificazione al recupero edilizio, dalla progettazione del verde all'interior design. Dal 2008 al 2012 ha svolto attività didattica collaborando con la Facoltà di Architettura di Stoccolma. Il suo lavoro è stato presentato in diverse università, convegni e conferenze ed è stato riconosciuto da vari premi nazionali ed internazionali tra i quali il primo premio alla III edizione del Premio Ri.u.so organizzato dal CNACPP, la Silver Medal alla XI edizione del Premio Internazionale per l’Architettura Sostenibile. È stato finalista alla Medaglia d’oro all’Architettura italiana 2015 e selezionato al Mies Van Der Rohe Award 2017. Ha inoltre esposto alla 16.Mostra Internazionale di Architettura - Biennale di Venezia nel 2018.

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